Trattamenti

LA TERAPIA COGNITIVA E COMPORTAMENTALE

Scopriamo che cos’è

La terapia cognitivo comportamentale (TCC) è un approccio tra i più affidabili ed Evidence Based Medicine riconosciuti a livello internazionale dalla comunità scientifica.
Questo tipo di psicoterapia si connota per la forte relazione tra emozioni, pensieri e comportamento e lo scopo dell’intervento psicoterapico è proprio quello di modificare emozioni, comportamenti e pensieri disfunzionali per migliorare la qualità di vita della persona e gestire o risolvere il disagio psicologico.

 

La terapia cognitiva e comportamentale è:

  • SCIENTIFICAMENTE PROVATA: infatti la TCC si basa su studi di efficacia e protocolli di trattamento scientificamente fondati. Studi effettuati hanno dimostrato che l’intervento cognitivo e comportamentale mostra risultati superiori o uguali agli psicofarmaci nel trattamento di alcuni disturbi psicologici quali depressione, disturbi d’ansia, disturbo ossessivo-compulsivo. Rispetto ai farmaci risulta, per gli stessi disturbi citati, più utile nel prevenire le ricadute;
  • DIRETTA AD UNO SCOPO: terapeuta e paziente concordano, dopo la fase iniziale di valutazione, gli obiettivi di trattamento;
  • PRATICA E CONCRETA: lo scopo della TCC è la risoluzione di problemi psicologici concreti e attuali, pertanto vengono insegnati al paziente strategie e strumenti per affrontare e gestire il problema psicologico. Nella TCC il paziente ha un ruolo attivo. Il lavoro è programmato sulla base delle problematiche riferite dal paziente;
  • A BREVE TERMINE: generalmente la terapia cognitivo e comportamentale è a breve termine. La durata varia a seconda del caso ma in genere oscilla da qualche mese ad un anno poco più, con cadenza dei colloqui da settimanale a quindicinale verso la fine della terapia. Può comunque accadere che per la gravità di alcuni disturbi, i tempi siano maggiori.

LA TCC

La sua efficacia

Centinaia di studi comprovano che la TCC è una psicoterapia scientificamente valida ed efficace (evidence-based medicine) per la diagnosi e la cura soprattutto di:

  • disturbi dell’umore: depressione, ciclotimia, distimia, disturbo bipolare (in questo caso con l’associazione del trattamento farmacologico);
  • disturbi d’ansia: attacco di panico, fobie specifiche e fobia sociale, ipocondria, ansia generalizzata, ansia scolastica, ipocondria;
  • disturbo ossessivo compulsivo, tricotillomania e tic;
  • insonnia e disturbi del sonno;
  • stress e disturbi psicosomatici e dolore cronico (cefalea, emicrania, fibromialgia…);
  • disturbi del comportamento alimentare: anoressia, bulimia..;
  • disturbi di personalità (in associazione col trattamento farmacologico);
  • disturbi sessuali;
  • disturbi da dipendenza.

IL BIOFEEDBACK

Qual’è il suo significato

Il termine Biofeedback sta per restituzione delle informazioni: «feedback», sull’attività biologica: «bio». È una procedura che permette al paziente, tramite training strutturati e di breve durata, di apprendere ad autoregolare le proprie risposte fisiologiche come, per esempio, la tensione muscolare (nella cefalea muscolo tensiva e nel dolore lombare) e la temperatura cutanea periferica (nell’emicrania). Tramite il Biofeedback, ad esempio, la tensione muscolare viene monitorata con l’uso di elettrodi e, successivamente, il segnale captato viene restituito al soggetto sotto forma di segnale acustico o visivo. Lo scopo è quello di far diventare la persona consapevole dei propri stati interni per poter imparare a gestirli.
Si sviluppò negli Stati Uniti negli anni ’60 ed oggi è considerato un trattamento efficace sia per le cefalee primarie sia per il dolore lombare (OMS, 2007).

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