Possiamo differenziare il dolore in acuto e cronico. Il dolore acuto si caratterizza per essere di breve durata, conseguente ad una lesione tissutale e, in genere, tende a diminuire con la risoluzione del danno e la sua guarigione. In questo caso il dolore funge da allarme e ha un significato protettivo: ci indica che c’è qualcosa che non va.
Il dolore cronico, invece, diventa esso stesso malattia infatti “non ha alcuna funzione biologica adattiva, contrariamente appare privo di significato e in grado di alterare profondamente la qualità di vita, influenzando l’intera persona dal punto di vista psicologico, fisiologico, emotivo e sociale.” (Zanus, 2000).
A causa del dolore, solitamente, si iniziano a ridurre le normali attività come assentarsi da scuola o lavoro sempre più spesso e per periodi più lunghi (ad es.: “non esco a cena con gli amici perché potrei stare male o perché sto provando troppo dolore”); il provare per così lungo tempo dolore porta a pensare in maniera disfunzionale e a generare emozioni spiacevoli che comportano una modificazione dei miei comportamenti e quindi ad aumentare il dolore, innescando così un circolo vizioso del mantenimento del dolore cronico.
“Il dolore è ciò che ci racconta il paziente”
Il dolore è un’esperienza soggettiva, individuale percepita dallo stesso individuo anche in modo diverso a seconda del proprio stato emotivo, delle esperienze passate e dal significato soggettivo attribuito al dolore.
Gestire il dolore cronico significa prima di tutto essere consapevoli del ruolo importante della componente psicologica oltre che di quella fisiologica. Ciò vuol dire intervenire su quelle variabili emotive e comportamentali, scarsamente valutate nel dolore, ma che in realtà lo possono scatenare, mantenere o accentuare. Se si riconosce questo aspetto possiamo dedurre che modificando queste variabili sarà possibile ottenere qualche effetto significativo sulla durata, mantenimento e intensità del dolore. La terapia cognitivo comportamentale è un metodo non farmacologico d’elezione, scientificamente riconosciuto, per il trattamento di alcune forme di dolore cronico.
La terapia cognitiva e comportamentale risulta efficace nel trattamento delle seguenti forme di dolore cronico:
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