I disturbi depressivi sono una classe di disturbi caratterizzati da umore triste, vuoto o irritabile, accompagnato da modificazioni somatiche e cognitive che incidono in modo significativo sulla capacità di funzionamento dell’individuo. Secondo lo studio ESEMeD (European Study of the Epidemiology of Mental Disorders) in Italia, la prevalenza della depressione maggiore e della distimia nell’arco della vita è dell’11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini).
Solitamente i disturbi depressivi possono comparire a seguito di un evento scatenante (per esempio un lutto imprevisto e improvviso, un rovescio finanziario, ecc.), ma altre volte senza un motivo apparente.
La depressione può comparire in alcune fasi della vita come il periodo post-partum o durante il periodo di transizione verso la menopausa, ma anche a seguito di alcune malattie (es. quelle cardio-vascolari e il cancro) e/o per gli effetti collaterali di alcuni farmaci.
Come per la gran parte dei disturbi psichici, la causa dei disturbi depressivi è da ricercarsi nell’interazione tra fattori biologici, genetici e psicosociali.
Il disturbo depressivo maggiore è caratterizzato dalla presenza per almeno di due settimane di almeno 4 dei seguenti sintomi che rappresentano un cambiamento rispetto al precedente funzionamento:
Nei bambini il disturbo depressivo si può manifestare con scoppi di collera, non coerenti con lo stadio di sviluppo, che si può manifestare a livello verbale (rabbia espressa verbalmente) e/o comportamentale (aggressione fisica).
Il disturbo distimico è una forma prolungata e attenuata di depressione. Il disturbo è caratterizzato infatti da un umore cronicamente depresso presente per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni, per almeno 2 anni.
La depressione post partum (DPP) è un disturbo che colpisce dal 7 al 12% delle neomamme ed esordisce generalmente nelle prime quattro settimane successive al parto. I sintomi più comuni sono: tristezza e/o irritabilità associate a vergogna e senso di colpa, senso inutilità, insonnia, disturbi dell’appetito, difficoltà di concentrazione e perdita di piacere nello svolgere attività abituali. Tra le cause ipotizzate sono il brusco cambiamento ormonale conseguente al parto, unitamente a fattori psicologici e cambiamento dello stile di vita imposto dal neonato.
La depressione non riconosciuta e quindi non trattata espone chi ne è affetto a varie conseguenze negative come: isolamento, difficoltà lavorative, evitamenti, abuso di alcol o a droghe per cercare di alleviare la sua sofferenza. Nei depressi, soprattutto negli anziani, vi è una frequenza più elevata di ricoveri ospedalieri e di suicidi.
La depressione maggiore può essere efficacemente trattata con l’integrazione di terapie farmacologiche e alcune psicoterapie (esistono evidenze di efficacia per la psicoterapia cognitivo e comportamentale, la psicoterapia interpersonale secondo modello di Klerman).
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